Nazismo e comunismo similitudini
Nonostante le diverse ideologie portate al pubblico nel corso dei decenni, sia il nazismo che il comunismo, hanno molti punti di contatto, e proprio per questo non capisco perché (esattamente come ebrei e palestinesi o islamici) si facciano la guerra.
Nazismo comunismo punti di contatto
Anche se le lotte storiche e politiche, hanno portato le ideologie a distaccarsi, nel corso della storia, sia il nazismo che il comunismo, hanno avuto punti (molti) di contatto che molti non hanno compreso. Vediamo di quali si tratta per comprendere meglio la storia della società umana.
Regimi totalitari
Se non ricordo male, è stato Ernst Nolte il primo a porre Comunismo e Nazismo sullo stesso piano. Lo storico tedesco fu inizialmente accusato di revisionismo e quindi "bandito" dalle università; oggi, però, si è propensi a dare un giudizio più equilibrato della sua opera.
Se guardiamo alla realizzazione del Comunismo in Unione Sovietica, infatti, gli esiti non ci sembrano molto dissimili da quelli della Germania hitleriana: clima dittatoriale, controllo assoluto degli strumenti di comunicazione da parte del potere centrale, deportazioni, esecuzioni sommarie, internamento nei Gulag (ricordiamo che, nell'acronimo "gulag", l'ultima sillaba sta per Lager: c'è quindi una corrispondenza diretta, già nel nome, fra i Lager e i Gulag): questo, almeno, finché non si è avuta una condanna ufficiale dello Stalinismo.
In effetti, il Comunismo nella sua versione stalinista è, in quanto totalitarismo, molto simile ad altri totalitarismi: non dimentichiamo che il famigerato patto Molotov-Von Ribbentrop dava vita ad un'alleanza fra Germania e Unione Sovietica.
La Germania entra nella seconda guerra mondiale con questa alleanza ancora in atto. Era una tipica (e odiosa) alleanza di vecchio stampo, in cui due opposti imperialismi si mettono d'accordo per spartirsi terre e popoli che, di diritto, non appartenevano a nessuno dei due (la Polonia da una parte, gli stati baltici dall'altra).
Per non farla troppo lunga: chiudo il post con una "conclusione provvisoria". Pur essendo molto dissimili nelle premesse e negli obiettivi che si ponevano (l'ideologia della superiorità di una razza da una parte, e il proposito di liberare i lavoratori oppressi dall'altra), Nazismo e Stalinismo finirono per sortire gli stessi effetti e dare vita agli identici orrori.
Il giudizio storico sullo Stalinismo è risultato forse attenuato (si veda, per confronto, il post originato da VanLag sui libri di testo) in virtù della differenza di obiettivi, ma la considerazione degli esiti a cui ha condotto, se è scevra da pregiudizi ideologici, non può che risolversi in una condanna.
Purtroppo i due movimenti politici, sia quello nazista che quello comunista, appartengono al regime totalitario dei motti politici, che hanno interessato le società nel corso degli ultimi decenni.
A chi volesse leggere la storia riassunta dei poteri totalitarismi o dei movimenti politici legati al nazismo, al fascimo e al comunismo, può leggere quanto raccolto al link di seguito:
Per alcuni, fra nazismo e comunismo vi fu effettivamente una fondamentale differenza, ovvero il primo credeva nella superiorità della razza ariana e nel suo diritto di governare il mondo, mentre il secondo era fondato sulla convinzione che gli uomini fossero eguali e avessero tutti gli stessi diritti, anche se poi si dimnostrò parallelamente uguale (solo ipocritamente differente al anzismo) alla ideologia nazista.
Nella realtà storica e politica del 900, queste differenze si appannano e lasciano il posto a straordinarie affinità. Quando conquistò tutto il potere, dopo lo scioglimento dell’Assemblea costituente nel febbraio del 1918, Lenin scatenò la politica del terrore contro i «nemici del popolo»: borghesi, nobili, sacerdoti, socialisti rivoluzionari, dissidenti di ogni classe sociale.
Quando lanciò il primo piano quinquennale alla fine degli anni Venti, Stalin dichiarò guerra ai kulaki (i piccoli proprietari che intendevano conservare la terra conquistata all’epoca della riforma Stolypin o agli inizi della rivoluzione bolscevica) e li sterminò con due strumenti non meno efficaci delle persecuzioni hitleriane: la carestia, provocata dalla politica agricola del regime, e il trasferimento forzato delle popolazioni.
Quando volle consolidare il suo potere al vertice del partito, il «meraviglioso georgiano», come lo definì Lenin dopo il loro primo incontro, trattò i suoi nemici, veri o presunti, in un modo ancora più spiccio e crudele di quello che Hitler aveva usato contro l’opposizione comunista e socialdemocratica nei primi anni del regime.
Gulag e lager sono effettivamente fratelli siamesi, creazioni di una stessa spietata filosofia totalitaria. Quando Margarethe Buber Neumann, moglie di un comunista tedesco scomparso nelle purghe degli anni Trenta, fu consegnata dai sovietici ai nazisti e passò da un gulag a un lager, osservò ironicamente che la sola differenza fra i due era l’igiene: il primo era più sporco del secondo.
Bisognerebbe ricordare, ad esempio, ciò che una parte della sinistra europea ha rimosso dalla sua memoria: i Protocolli segreti dell’agosto 1939 con cui Stalin offrì a Hitler le garanzie necessarie per la guerra che si preparava a fare, e incassò, come prezzo, una parte della Polonia, le tre repubbliche del Baltico, un pezzo di Finlandia e, più tardi, la Bessarabia romena.
Purtroppo la maggior parte degli ideologi di sinistra, scordano o quanto meno nascondono anche a sé stessi (a meno che non siano collusi con la storia), che i comunisti russi furono pressoché identici alle forze politiche di estrema destra che uccisero o internarono, prigionieri di vario genere, perché osteggiavano le ideologie del regime nazista o rientravano nella specie negativa ricercata e cacciata dalle forse di destra estrema.
Stati totalitari
Il termine totalitarismo è recente e designa una forma di stato, un sistema politico, un regime tipicamente moderni. Il totalitarismo si caratterizza come un regime complesso e unitario, che penetrando nella società civile ne distrugge l'autonomia e la rende sempre più omologa allo stato e ai suoi principi etico-politici.
Le condizioni generali cui è possibile collegare l'avvento e lo sviluppo del totalitarismo sono state, da un lato, la persistenza di una situazione politico-economica internazionale caratterizzata da conflitti e rivalità, dall'altro, la formazione fra Ottocento e Novecento della grande società industriale e di massa.
Il totalitarismo è antitetico allo stato liberale democratico e alle ideologie politiche che legittimano tale stato. È caratterizzato da una penetrazione e da una mobilitazione permanente della comunità nazionale, che tendono a cancellare ogni limite di separazione o distinzione tra il potere politico e la società civile in tutti i suoi ambiti.
A tali fini lo strumento fondamentale e più efficace è costituito da una assoluta concentrazione del potere politico nelle mani di un gruppo dominante, di un élite minoritaria, che opera al di fuori di ogni procedura o di controllo.
Questo implica necessariamente la restrizione o la soppressione dei diritti individuali, sia politici come libertà di voto, di riunione, di associazione o libertà sindacali, sia civili come libertà di pensiero, di stampa, di fede, di parola.
Implica inoltre il monopolio statale delle strutture di formazione culturale dei cittadini e dei mezzi di comunicazione di massa, l'assorbimento di tutte la attività sociali in grandi organizzazioni di massa controllate dallo stato.
Gli elementi costitutivi del totalitarismo sono innanzitutto un'ideologia ufficiale imposta quasi come una fede religiosa.
Un regime totalitario è caratterizzato da un partito unico che tende ad identificarsi con lo stato, da un leader, il dittatore capo del regime dalla cui volontà dipende l'intero movimento dell'azione politica, che impedisce ogni opposizione e si propone con la propaganda di suscitare il consenso delle masse.
Il fascismo in Italia, il nazismo in Germania il comunismo in Russia rappresentano tre esperienze storiche formatesi nel periodo tra le due guerre mondiali.
Sono accomunati dai tratti del totalitarismo, il regime politico basato sul partito unico e sull'obbedienza incondizionata al suo leader, sul rifiuto delle libertà politiche, sulla repressione contro i nemici politici, sulla presenza totalizzante dello stato in ogni aspetto della vita sociale degli individui, gruppi e strutture collettive.
Fascismo, nazismo e stalinismo furono tre regimi che ebbero molto in comune. In primo luogo la centralità dello stato basato sul partito unico. Il 30 gennaio del 1933, il presidente Hindenburg nominò Hitler cancelliere, iniziò così il Terzo Reich.
Si cominciò così a delineare il quadro generale del regime totalitario: vennero sciolti tutti i partiti e sindacati, venne abolita la forma di governo parlamentare e si riorganizzò la pubblica amministrazione su un modello di centrismo autoritario. Tutte le strutture del partito vennero a sovrapporsi a quella dello stato.
Dopo la morte del presidente Hindenburg, Hitler ebbe via libera per diventare il capo assoluto dello stato, il Führer. La dittatura totalitaria fu pienamente compiuta e perfezionata con l'introduzione della pena di morte e l'istituzione di campi di concentramento, che dovevano accogliere gli oppositori politici ma anche quella parte della popolazione sgradita al regime, come zingari, omosessuali e soprattutto gli ebrei.
In Italia la vera svolta totalitaria del regime avvenne tra il '25 e il '26, quando furono emanate le leggi fascistissime. Esse incidevano sia sul potere esecutivo che su quello legislativo, delineando una forma di governo centrata sulla supremazia del leader del partito fascista, Mussolini, capo del governo e superiore gerarchico di tutti i ministri.
La sua nomina spettava esclusivamente al Re, abolendo l'istituto della fiducia parlamentare; inoltre al governo venne concesso il potere di emanare norme giuridiche, svuotando così di reali poteri il Parlamento.
La Russia, dopo la morte di Lenin e l'esilio di Trotzkij, si trasformò con la dittatura di Stalin in uno stato totalitario. Stalin adottò una politica autoritaria, eliminando i suoi avversari e attuando una propaganda sfrenata sui mezzi di comunicazione tutti gestiti dallo stato.
Le tre dottrine si identificano nella lotta contro i nemici interni ed esterni al regime; si esaltava la forza militare, l'onore, l'obbedienza al leader. Il regime usava additare al popolo un nemico secondo il meccanismo psicologico del "capro espiatorio" allo scopo di unire il popolo.
Per i fascisti i nemici erano le potenze democratiche e la Società delle Nazioni; per Hitler erano gli ebrei, che impediscono ai tedeschi di conquistare il loro "spazio vitale"; per la Russia erano i democratici e liberali, l'aristocrazia e i contadini arricchiti.
La figura dell'ebreo fu centrale nel mein kampf che rappresenta il manifesto dell'ideologia nazista. L'ebreo veniva considerato un nemico del popolo tedesco perché erano sostenitori dei bolscevichi rivoluzionari. La razza tedesca, ariana, era invece destinata a dominare il mondo e a conquistare il suo "spazio vitale".
Per raggiungere questi obiettivi era necessario quindi liberarsi da ogni impurità politica come il comunismo, socialismo e democrazia, e biologica come gli slavi e gli ebrei.
Nel 1935 abbiamo la promulgazione delle leggi di Norimberga, con le quali la persecuzione degli ebrei divenne sistematica, relegando il popolo oppresso ai margini della società. Tutto per tutelare la razza ariana. Successivamente durante la Seconda Guerra Mondiale, gli ebrei e tutta la parte di popolazione sgradita al Führer venne sterminata all'interno dei campi di concentramento. Per questi aspetti l'ideologia nazista differisce da quella fascista e staliniana.
Anche in Italia emersero ideologie razziste che si trasformarono poi in leggi, ma il regime fascista fu meno oppressivo rispetto a quello nazista. Gli anni che andarono dal 1937 all'estate del 1938 nell' URSS coincisero con quello che e' stato definito il "grande terrore", il periodo della più brutale violenza di stato durante il quale migliaia di persone, anche fedeli al regime, vennero imprigionate o fucilate.
Venivano perseguitati gli oppositori politici, come Trotzkij, i prigionieri durante la Seconda Guerra Mondiale, i contadini arricchiti che non tolleravano la collettivizzazione delle campagne prevista nei piani quinquennali. Anche in Russia vennero creati campi di lavoro, "i gulag", ma l'obiettivo non era quello di sterminare gli sgraditi, ma di rieducarli, mentre in Germania divenne genocidio.
Oltre a queste cose, sia il nazismo che il movimento sinistroso comunista di Stalin, ebbe come risultato politico sociale, l'instaurazione di campi di prigionia, chiamati stalag in Germania dove venivano rinchiusi i dissidenti politici e religiosi (vedi ebrei, gay, disfattisti politici, eccetera), così come nei campi Comunisti/russi, venivano rinchiusi i dissidenti politici, i gay, gli ebrei, eccetera... ahnnn ok !!
Erano similitudini errate.... si come no!!! Sia i comunisti (quindi l'estrema sinistra) che i nazisti (l'estrema destra) hanno sempre avuto connessioni politiche e ideologiche similari, comportandosi ugualmente da coglioni!!
Dopo questa breve e sommario riassunto, potete capire come i coglioni di entrambi gli schieramenti, non siano altro che la figura dello stesso credo ma con indicativi che sono differenti solo a livello semantico!!! Calcolando anche come si comportano gli appartenenti ai centri sociali, che si spacciano per liberatori di sta minchia ma che risultano solo dei vandali figli di papà che non sanno come ar pasare il tempo a casa!!
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