La legge Merlin un errore biblico

Bordello italiano anni '40
La legge Merlin è una legge entrata in vigore nel 1958 e in sostanza negava il diritto di prostituirsi a tutte quelle donne che, per un motivo o l'altro, decidevano di loro spontanea iniziativa di entrare in un qualche bordello per un certo lasso di tempo, giusto per guadagnarsi da vivere con il lavoro più vecchio del mondo, causando così l'apertura a una prostituzione illegale e senza diritti per chi quel lavoro lo faceva seriamente.


Prostituzione legale subito

Evidentemente una delle tante leggi che, imbecilli ignoranti e limitati soggetti esistenti in Italia da quando la Chiesa pose le sue fondamenta in questo paese disgraziato, i bigotti fecero passare per un fatto più di ipocrisia che reale, causando una vera caduta in basso della vita della popolazione invece che andare a migliorare le cose.

La prostituzione è sempre esistita, basti ricordare le sacre sacerdotesse della Grecia antica che prestavano le loro conoscenze per aiutare i fedeli a raggiungere l'estasi che fa comunicare con le divinità. Oppure che dire anche solo a casa nostra con l'epoca in cui, specialmente durante il periodo fascista, la prostituzione non solo era legale ma anche regolamentata e seguita dalle strutture mediche, cosa che fece abbassare notevolmente le malattie veneree a trasmissione prettamente sessuale. 

Ma no, bisognava ipocritamente parlare di libertà della donna, di stima della donna e dei suoi diritti quando, a dire il vero, pur non essendo tutte rose e fiori, nessuna di coloro che entravano a far parte delle scuderie dei bordelli, venivano picchiate o private del giusto guadagno, in cambio di una pigione che si intendeva coprire l'affitto della stanza usata dalla prostituta e dal cibo che le veniva passato, cosa che si poteva considerare un lusso durante un periodo di fame in Italia..

Lina Merlin - L'IPOCRITA IGNORANTE


Le donne che , lo voglio ripetere, decidevano in piena libertà, senza coercizioni se non dalla vita (quelle non le si può risolvere in nessuna maniera), entravano nel bordello, erano seguite e, come spesso l'ipocrisia che da una parte dice di voler liberare tizio o caio facendosi guerriero di un ideale che sembra buono e onesto, usate dalle stesse persone che volevano la liberazione di queste povere donne. Quante volte ho sentito persone ben più mature di me parlare dei bei tempi, quando c'erano i bordelli ed era vietato fare il mestiere (così viene chiamato ancora oggi anche se spesso la parola prostituta viene mutata con hostess... fa più figo) per strada pena l'arresto immediato con settimane di prigione, erano soprattutto politici e preti a usufruire di quei servizi "indecenti" come venivano chiamati dai bigotti di chiesa.

Legalizzare la prostituzione

E dire che a quei tempi, le prostitute non solo pagavano le tasse (era lo Stato a dirigere i bordelli), erano seguite da medici che, con scadenza fissa, le visitavano per accertarsi che non fossero malate (nel caso le curavano) ma le lavoratrici avevano anche i contributi previdenziali, cosa che non mmi pare si possa dire oggigiorno dove, ogni prostituta da strada, viene vessata, picchiata, umiliata, derivata del suo guadagno ma, cosa più grave, obbligata a prostituirsi cosa che non la rende libera di smettere quando vuole. Questo è il risultato di una donna che volle ergersi a liberatrice ipocrita nei riguardi della sua stessa parte femminile, quando evidentemente, lei, i figli li faceva per procura e pure con schifioo, come dicono al sud ... Con la legge Merlin si diceva volesse:

"Con questa legge veniva stabilita, entro sei mesi dall'entrata in vigore della Legge, la chiusura delle case di tolleranza, l'abolizione della regolamentazione della prostituzione in Italia e l'introduzione di una serie di reati intesi a contrastare lo sfruttamento della prostituzione altrui."

Ora, seriamente, secondo voi (guardatevi attorno) è riuscita nel suo intento o ha peggiorato le cose? Lina Merlin spero sarà contenta degli errori ottenuti dalla sua cecità, nel voler indicare la pagliuzza negli occhi degli altri quando nei suoi c'erano altro che travi!!! 

"Pur essendo l'argomento per sua natura scabroso, e perciò improponibile sui pudibondi mezzi di informazione dell'Italia degli anni cinquanta, nel Parlamento e nella società si creò una spaccatura trasversale tra coloro che sostenevano l'opinione della Merlin, tra cui molti esponenti di area cattolica, e molti altri che invece opposero un atteggiamento di rifiuto totale e categorico, inclusi diversi suoi compagni di partito, come il medico socialista Gaetano Pieraccini, che disse, tra l'altro che "per evitare la prostituzione, dovremmo essere costruiti come gli animali inferiori, ad esempio il corallo, che è asessuale e non ha il sistema nervoso" o Eugenio Dugoni, che ebbe scontri verbali durissimi con la Merlin."


Perfino Indro Montanelli si opponeva a quell'epoca alla legge che avrebbe poi preso il nome della sua promotrice, Merlin, dando alle stampe uno scritto carico di polemica che intitolò "Addio Wanda" scrivendo nello specifico:

« ... in Italia un colpo di piccone alle case chiuse fa crollare l'intero edificio, basato su tre fondamentali puntelli, la Fede cattolica, la Patria e la Famiglia. Perché era nei cosiddetti postriboli che queste tre istituzioni trovavano la più sicura garanzia... »

Mai fu detta cosa più corretta, infatti si vede che razza di puttanaio siamo finiti oggi, con sindaci e alcuni politici che vorrebbero riaprire le case chiuse e una Chiesa che, seppur colpita al cuore da diversi scandali, in special modo a carattere pedofilo oltre che di altro genere, vorrebbe continuare a dettar legge in uno Stato che si declama laico, quando tale non lo è mai stato, basti pensare a quanti politici nel corso del tempo hanno ottenuto voti in cambio di "favori" chiesti a posteriori da alti prelati o il Vaticano. Angelo Alessandri e Matteo Iotti (Progetto Reggio) e Luca Vezzani (Pdl) hannno depositato un quesito nel 2013, poi pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale (27 Luglio di quell'anno) intitolato "Volete voi che sia abrogata interamente la legge 20 febbraio 1958, n. 75, intitolata Abolizione della regolamentazione della prostituzione e lotta contro lo sfruttamento della prostituzione altrui?". 

Su un giornale web si può leggere che un decreto di legge è stato presentato in parlamento per la riapertura dei bordelli:

"...Non ci sarà il ritorno alle case chiuse, ma la liberalizzazione dell'esercizio della professione nella propria abitazione: ''La prostituzione in sé non deve essere ritenuta un reato, e chi decide liberamente di prostituirsi in casa deve poterlo fare". Ecco allora che si introdurrebbero una apposita autorizzazione a svolgere l'attività, il rispetto del vigente regime fiscale, individuazione di aree pubbliche dove esercitare la prostituzione a carico delle amministrazioni comunali. La Camera di commercio dovrà rilasciare un documento per svolgere l'attività; ci vorrà un certificato di idoneità psicologica da parte della Asl che attesti la libera volontà di svolgere la professione. L'autorizzazione costerà seimila euro ogni sei mesi per chi la esercita a tempo pieno e tremila per chi la fa solo part time. Non sarà dunque più punibile il proprietario di un immobile dato in affitto al cui interno venga svolta attività di prostituzione ma il pagamento dell'affitto non deve essere determinato dal tipo di attività che vi si svolge. Obbligatorio poi l'uso del profilattico."

Fonte http://www.ilsussidiario.net/News/Politica/2014/3/5/DDL-PROSTITUZIONE-Ecco-le-novita-previste-dalla-modifica-della-legge-Merlin/476178/

Insomma, tutte queste parole per dire che voler combattere la prostituzione con obblighi o ipocrisie nefaste, non fa che aumentare le sofferenze di coloro che fanno quel lavoro, non certo vanno a migliorare la situazione. Detto questo, quando penserete a quelle poverette che fanno il mestiere più antico del mondo, molte non vogliono (tutt'oggi) cambiare attività perché dicono che lavorare in fabbrica per meno di 1000 euro sia da schiavi, mentre ne esistono altre che vorrebbero fare qualsiasi lavoro pur di non essere più costrette a fare le prostitute. La verità è che l'unica vera libertà, che possa proteggere realmente la persona, è quella di lasciare libera la stessa, di decidere secondo scienza e conoscenza di fare ciò che preferisce, invece di obbligarla a prendere strade illegali e pericolose.

Un altra cosa da considerare contro la prostituzione potrebbe benissimo essere il fatto di dare un lavoro decente, con veri diritti (e non solo scritti su carta ma, immancabilmente disattesi anche dallo Stato) e oneri corretti, secondo la retribuzione data, invece che lavoro  schiavistico sempre sotto il giogo del dittatore di turno. Questa è la verità non la mia.



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